Sviluppare il proprio potenziale con la Gestalt Therapy
Sarò con te. Sarò con te con il mio interesse,
la mia noia, la mia pazienza, la mia rabbia, la mia disponibilità.
Sarò con te […] ma non ti posso aiutare.
Sarò con te. Tu farai quello che riterrai necessario
F. Perls
La psicoterapia della Gestalt nasce negli anni ‘50 negli Stati Uniti. Il suo ideatore, Friedrich Perls, è stato un personaggio eclettico e molto discusso, un esempio di genio e sregolatezza che ha sovvertito le regole del rigido setting psicoanalitico. Insieme a lui, hanno dato un contributo essenziale altri nomi importanti, quali Laura Posner, Paul Goodman, Isadore Fromm, solo per citarne alcuni. La Gestalt Therapy unisce al suo interno le suggestioni provenienti dai movimenti umanisti di quegli anni (fenomenologia ed esistenzialismo), la teoria del campo di Kurt Lewin, gli studi sulla percezione della neuro-psicologia da cui prende il nome, le influenze di W. Reich, ed infine del buddismo Zen.
In sintesi, possiamo dire che la Gestalt rimette al centro l’uomo, inteso come organismo intrinsecamente saggio, che ha in sé tutte le risorse per essere felice e sano. L’uomo è in contatto con l’ambiente circostante, e per questo motivo, tutto deve essere interpretato tenendo conto del contesto nel quale la persona si muove e dal quale è influenzata.
Il tutto è più della somma delle singole parti
(K. Lewin)
Significa che io non posso comprendere un singolo elemento, un singolo comportamento o pensiero, se non osservo anche dove esso avviene, quali circostanze lo hanno determinato, quali relazioni tra la persona ed il suo ambiente sono in atto. Secondo F. Perls, il carattere di una persona si forma ad opera di un irrigidimento dei confini dell’io; in parole povere, ciò rappresenta una limitazione del potenziale della persona, una corazza che la persona indossa per difendersi da un mondo non accogliente.
La consapevolezza, di per sé, può essere curativa.
Dato che, con una piena consapevolezza, si diventa autoconsapevoli
dell’autoregolazione dell’organismo,
si può lasciare che l’organismo prenda in mano la situazione senza interferire,
senza interrompere: della saggezza dell’organismo ci si può fidare.
La Gestalt dà molto rilievo al concetto di autoregolazione organismica, ossia la capacità dell’uomo, in quanto organismo, di riconoscere i suoi bisogni e farvi fronte. Il carattere è quell’insieme di limitazioni, di auto-censure, che ci siamo costruiti nel tempo, sulla base di delusioni ed eventi spiacevoli accadutici, che però non ci lascia liberi di sperimentare creativamente il rapporto con il nostro ambiente. Diventiamo rigidi, sempre meno capaci di lasciarci andare con fiducia al fluire della vita, e questo è quello che si chiama nevrosi.
La cura consiste nello stimolare, attraverso la relazione terapeutica, la presa di consapevolezza di questi limiti, di questi irrigidimenti, poiché una autentica consapevolezza di quelli che sono i nostri meccanismi di auto-sabotaggio, da sola, può attivare quel processo di guarigione naturale che chiamiamo auto-regolazione organistica.